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comunicato stampa
Irregolare espulso dall'Italia, aveva dichiarato false generalità

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Doveva essere un controllo di routine e invece la Polizia Locale di Fidenza ha scoperto e denunciato una persona di 33 anni che in altre occasioni aveva dichiarato false identità alle forze dell’ordine e sulla quale pendeva un decreto di espulsione dall’Italia, emesso lo scorso febbraio dalla Prefettura di Reggio Emilia.

L’uomo, un cittadino di origine marocchina, venerdì scorso si trovava in via Berenini, provando a vendere, senza alcuna licenza, merce di poco valore, prevalentemente fazzoletti.

Ricevuta la segnalazione da una cittadina, la Polizia locale lo ha trovato poco dopo.

Nulla di eccezionale ma gli agenti hanno comunque chiesto all’uomo di esibire i documenti. Un dettaglio sulla fotocopia sbiadita che è stata mostrata loro, ha convinto gli agenti a fermare il soggetto per compiere alcuni accertamenti.

L’uomo non ha opposto resistenza ed è stato condotto alla sede del Comando di Polizia locale, nel corso del quale si sono avviate le procedure di identificazione e di conseguente fotosegnalazione nella caserma dei Carabinieri della Compagnia di Fidenza.

In poco tempo gli agenti hanno scoperto che la persona fermata aveva precedenti ed era pure colpito da un ordine di espulsione. Un provvedimento pesante che tuttavia l’uomo non ha rispettato, trovando ospitalità a casa di un parente, a Piacenza, città dalla quale si è spostato usando il treno su e giù per l’Emilia in questi 60 giorni, violando anche le norme anticovid.

La Polizia Locale ha così denunciato il protagonista di questa storia, contro la quale la Prefettura di Parma ha ordinato nuovamente l’espulsione, entro sette giorni.

Il Vicesindaco Davide Malvisi ringrazia “la cittadina che con la sua segnalazione ha permesso di far partire l’accertamento, gli agenti della Polizia Locale intervenuti ed i Carabinieri di Fidenza per la loro collaborazione che è sempre un punto di riferimento importante”.

Malvisi ricorda, inoltre, che “questa storia insegna due cose. La prima è che la Polizia Locale c’è, lavora sodo e se il Governo decidesse di investire in strumenti e procedure più snelle, avremmo effetti positivi moltiplicati alla enne, permettendo controlli più rapidi e meno perdite di tempo per tutti, Carabinieri compresi, perché il lavoro che può fare un Corpo oggi deve essere fatto da due Istituzioni differenti. La seconda cosa ci parla di quanto sia facile aggirare provvedimenti estremi come un decreto di espulsione, che se è stato emesso vuol dire che avrà avuto prove solide a supporto. La mancanza di un documento idoneo per l’espatrio, di posti a disposizione su un aereo di linea o di posti in un centro di permanenza in attesa dell’espulsione, di fatto permettono di far perdere le proprie tracce a chi, come in questo caso, non ha nessuna intenzione di lasciare l’Italia. Sembra una faccenda piccola, ma sono proprio vicende semplici come questa che poi fanno montare un senso di fastidio e di giustizia a due velocità prima di tutto in chi le regole le segue, italiano o straniero che sia. E la prima regola di una Comunità, locale o nazionale è indifferente, dovrebbe essere la capacità di far rispettare i propri provvedimenti”